Nella notte del 20 Settembre del
1990 Rosa Balistreri moriva
in un ospedale di Palermo, povera
e sola, dimenticata da tutti.
Soltanto da pochi anni è diventata convinzione
diffusa, seppure
ancora non collettiva, che quella notte a restare un po' più
poveri
e soli siamo stati proprio noi, i
suoi conterranei, quegli stessi siciliani
a cui quella piccola donna aveva
dimostrato che anche per loro
il riscatto è possibile.
L'epilogo tragico della sua esistenza lascerebbe pensare
ad una battaglia per lei comunque
persa, perchè vinta
dal perbenismo anacronistico dei
suoi tempi o, peggio, perchè
considerata irrisoria dalla vuota spregiudicatezza
dei nostri.
Eppure Rosa è ancora qui, capace di mettere addosso a ogni siciliano
la cosa che
più lo inquieta: l'imbarazzo nel vedere qualcuno
che alza la testa e mostra,
spesso nell'incredulità generale,
un’altra storia che rende
possibile non chinare il capo di fronte
al potente di turno, l'imbarazzo
che assale ogni siciliano
quando vede qualcuno scagliarsi
contro ogni forma di potere,
come fece lei.
Giovanni Callea
Francesco Giunta |